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Chagall. Sogno e magia 0

Chagall. Sogno e magia

Dal 20 settembre 2019 al 1 marzo 2020

Dal 20 settembre 2019 al 1 marzo 2020, Palazzo Albergati di Bologna ha ospitato una mostra dedicata alla poetica magia di Marc Chagall.

Attraverso l’esposizione di 150 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, la mostra ha raccontato la vita, l’opera e il sentimento di Chagall per la sua sempre amatissima moglie Bella. Un nucleo di opere rare e straordinarie, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico.

Curata da Dolores Duràn Ucar, la mostra Chagall. Sogno d’amore si è divisa in cinque sezioni in cui sono riassunti tutti i temi cari all’artista: la tradizione russa; il rapporto con i letterati e i poeti; il senso del sacro e la profonda religiosità che si riflettono nelle creazioni ispirate alla Bibbia; l’interesse per la natura e gli animali e le riflessioni sul comportamento umano; il mondo del circo; e, ovviamente, l’amore, che domina le sue opere e dà senso all’arte e alla vita.

La mostra è stata organizzata e prodotta dal Gruppo Arthemisia e si è avvalsa del patrocinio del Comune di Bologna.

CHAGALL. SOGNO E MAGIA è una mostra con il patrocinio di Comune di Bologna e Cultura è Bologna, prodotta e organizzata da Arthemisia, Sponsor Generali, Special Partner Ricola, Media coverage by Sky Arte, Charity Partner Susan G. Komen Italia.

 

Warhol & Friends 0

Warhol & Friends

Mostra prorogata fino al 30 giugno 2019

Tra storie di eccessi, trasgressione e mondanità, i protagonisti del vivacissimo clima artistico di una sempre nuova New York come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons, con circa 150 opere dal 29 settembre saranno a Palazzo Albergati di Bologna nella mostra Warhol&Friends. New York negli anni ’80.

Gli anni ‘80 si aprono con l’elezione dell’ex attore Ronald Reagan a Presidente degli Stati Uniti; l’economia si trasforma in finanza e si accumulano ricchezze inimmaginabili; John Lennon muore ucciso sotto casa l’8 dicembre 1980; la borsa di New York crolla e anche il Muro di Berlino; i fatti di piazza Tienanmen, l’invenzione del www e l’impazzare dell’Aids negli USA.

Nel giro di poco l’arte perde, tra gli altri, Keith Haring, il fotografo Robert Mapplethorpe mentre Basquiat muore distrutto dalla droga.

Tra i protagonisti della scena musicale, della fotografia e del cinema, il ticinese Edo Bertoglio, fotografo e autore del film documentario Downtown 81 interpretato da Basquiat, l’artista francese Maripol che realizza l’artwork per l’album Like a Virgin di Madonna, Nan Goldin con i suoi racconti di vita quotidiana. La pittura neoespressionista trova spazio nelle grandi gallerie di SoHo e si relaziona alle esperienze della Transavanguardia italiana con Francesco Clemente e Sandro Chia. Julian Schnabel, David Salle, Robert Longo formano la triade di superstar della pittura americana, che negli anni ‘90 si misurerà anche con il cinema.

Letti troppo spesso come il decennio del disincanto e della superficialità, gli anni ‘80 hanno un loro modo di fare politica in un’esplosione di colori e figure dove l’arte non è solo esperienza visiva.

A raccontare il fermento irripetibile di un decennio che ha visto combinarsi arte, musica, cinema e letteratura - nel momento in cui gallerie e mercato internazionale decretano il clamoroso successo del ritorno alla pittura - a Bologna arrivano Warhol, Haring con Untitled (1983), Schnabel con Dunciad (Trances of Bouboul) del1983, Koons con Art Magazine Ads (1989), Basquiat con Untitled (1983) e Bertoglio con Grace Jones e Madonna (1983), solo per citarne alcuni.

In mostra con 36 opere e 38 polaroid Andy Warhol proprio all’inizio degli anni ‘80 torna al centro della vita artistica e sociale di New York realizzando alcuni tra i suoi cicli più interessanti presenti in mostra come Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives.

Tra pubblicità, commercio, beni di consumo - dai Duty Free ai Levi’s Jeans - il nuovo Andy guarda ancor di più al modo della comunicazione e dei media, avvicinandosi così alla nuova generazione di giovani artisti degli anni ’80 che in lui hanno visto un anticipatore, un vero e proprio guru.

Trasformando in arte i feticci dell’immaginario collettivo americano e anticipando l’instaurarsi del potere dei mass media, Warhol rese icone i personaggi dello star system e i simboli del consumismo: Liza Minelli, Marilyn Monroe e Mao accanto a Campbell’s Soup, Brillo Boxes e il Dollaro, tutte presenti in mostra a Bologna.

 

Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna, la mostra Warhol&Friends. New York negli anni ’80 è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e curata da Luca Beatrice.

Arthemisia è a disposizione degli aventi diritto – per riproduzioni grafiche, fotografiche e video – con i quali non sia stato possibile comunicare, per eventuali involontarie omissioni o errori di attribuzione.

GIAPPONE 0

GIAPPONE

24 marzo - 9 settembre 2018

Dal 24 marzo al 9 settembre 2018, Palazzo Albergati di Bologna ospita una grande mostra dedicata al Giappone classico.

Attraverso una selezione di oltre 200 opere, il Mondo Fluttuante dell’ukiyo-e arriva per la prima volta a Bologna, un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’elegante e raffinata atmosfera del periodo Edo, l’odierna Tokyo.

Geisha e samurai, donne bellissime ed eroi leggendari, attori kabuki, animali fantastici, mondi visionari e paesaggi bizzarri sono i protagonisti di Giappone. Storie d’amore e guerra.

Tra le opere presenti quelle de i più grandi artisti dell’Ottocento giapponese tra cui Hiroshige, Utamaro, Hokusai, Kuniyoshi, ma la mostra offre un panorama completo anche sulla vita dell’epoca in Giappone, con l'esposizione di vestiti di samurai, kimono, ventagli e fotografie.

Il percorso, sviluppato attraverso dieci sezioni, si snoda tra il suadente mondo femminile delle geisha e delle ōiran (le cortigiane d’alto rango) e il fascino dei leggendari guerrieri samurai, il racconto della nascita dell’ukiyo-e e le famose stampe shunga ricche di erotismo, le opere che ritraggono gli attori del teatro e Kabuki accanto a quelle che rappresentano il mondo della natura in tutte le sue manifestazioni – fiori, uccelli e paesaggi.

Con il patrocinio del Comune di Bologna, del Consolato Generale del Giappone a Milano e della Fondazione Italia Giappone, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e curata da Pietro Gobbi grande studioso dell’arte giapponese.

DUCHAMP, MAGRITTE, DALÍ 0

DUCHAMP, MAGRITTE, DALÍ

A Bologna, a Palazzo Albergati, dal 16 ottobre 2017 una straordinaria mostra dedicata agli artisti che hanno rivoluzionato l’arte nel Novecento: Duchamp, Magritte, Dalì, Ernst, Tanguy, Man Ray, Picabia, Pollock e molti altri, tutti insieme per raccontare un periodo di creatività straordinaria e geniale.

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About

STORIA E ARCHITETTURA DEL PALAZZO

Sulle fondamenta di antichi edifici residenziali posti in Via Saragozza, a Bologna, a partire dal 28 aprile 1519, iniziò la costruzione dell’odierno Palazzo Albergati - edificato dall’omonima e importate famiglia bolognese - previa licenza del Senato bolognese.
Il magnifico edifico risulta ancora al centro di un dibattito riguardo l’attribuzione dell’ambizioso progetto architettonico, che se le tradizionali fonti fanno risalire a Baldassarre Peruzzi, quelle più recenti propendono per Domenico Aimo da Varignana.

In una posizione eccezionale rispetto agli altri, Palazzo Albergati primeggia sulla via del centro storico bolognese con la sua lunga facciata di ben 54,70 metri, che assunse la forma definitiva non prima del 1612, corredata dalle finestre in macigno al piano nobile. La semplice facciata, priva di ordini architettonici, fu costruita in laterizio con elementi decorativi in arenaria; presenta due piani, separati da una fascia marca-piano in stile dorico e decorata da metope con patene e bucrani, e culmina in un mezzanino sottotetto. Le finestre inferiori, prive di timpano, sono assai differenti da quelle al primo piano, inquadrate da edicole in stile ionico. Al piano terreno, conformato a scarpa con cordolo superiore e privo di botteghe (caratteristico dell’area ferrarese e bolognese), si aprono due portali: dorico e molto “romaneggiante” quello sinistro, più snello e arcaicizzante quello destro. La parte inferiore del prospetto fu completata nel 1540, come rievoca la scritta “ANNIBALE ALBERGATI MDXXXX”, che immortala chi ebbe un ruolo fondamentale nell’imponente fabbricato.

Superata la cortina unificante della facciata si sviluppano due entità architettoniche autonome: a ovest si insediò il ramo senatorio della famiglia Albergati, mentre a est il ramo secondario che, come risulta dalle immorsature lasciate scoperte in facciata, rimase incompiuta. La distinzione in due parti prosegue nel giardino, separato da un alto muro. Verso via Malpertuso è delimitato dal basso edificio che ospitava le stalle, ora trasformato in garage.


L’INTERNO, IL GIARDINO E LE DECORAZIONI

Entrando dal civico n. 28 di via Saragozza si accede ad un androne che presenta, in alto a destra, una lapide murata che testimonia il passaggio dello Zar di Russia Nicola I nel 1845. Nel sobrio cortile interno quadrangolare che si apre poco dopo a sinistra campeggia dal 2005 la statua in grandezza naturale Il cuoco del Faraone dello scultore Camillo Bersani, del quale altre opere sono visibili nel salone dell’appartamento al primo piano.

Nell’ingresso di un appartamento al piano terreno, unico già noto al pubblico, è il soffitto decorato da Francesco Gessi (Bologna 1588 - 1649) raffigurante Giove strappa la lingua alla menzogna dentro una bianca cornice di stucco esagonale mistilinea con dorature della prima metà del Seicento.
Un attiguo camerino di forma rettangolare ha il soffitto interamente coperto di decorazioni a stucco quali cornucopie, cornici a volute, festoni, girali e teste di donna in stile barocco, al cui centro è dipinto un amorino in volo con in mano frecce e faretra, che si può attribuire ad Andrea Sirani (1610–1670).
Nel pianerottolo all’ammezzato, dopo una rampa di scale, campeggia una copia del ritratto di Bartolomeo Cesi (1556-1629) raffigurante il Beato Niccolò Albergati (1373-1443). Il dipinto originale fu distrutto in un incendio e ne è rimasta la copia che negli anni Cinquanta fu ereditato da Camillo Bersani, i cui avi alla fine del secolo XIX acquistarono il palazzo dagli eredi di Francesco Cesare, ultimo degli Albergati.


IL RESTAURO DEL PALAZZO E IL FREGIO DI BARTOLOMEO CESI

L’8 agosto 2008 la porzione ovest di Palazzo Albergati fu colpita da un incendio.
I restauri seguiti ai vasti danni hanno interessato in particolare alcuni appartamenti al pianterreno e al primo piano, col totale recupero di tutte le decorazioni pittoriche a fresco, che datano dal secolo XVII al XIX.
Al piano nobile, in seguito ai crolli determinati dal traumatico evento, è stato portato alla luce il fregio con le Storie di Annibale dipinto da Bartolomeo Cesi intorno al 1615 che era rimasto celato sotto la volta dipinta a motivi floreali: quindici scomparti separati da cariatidi dove figurano anche alcuni eventi della Seconda Guerra Punica, chiariti da varie scritte in latino; tra i soggetti di maggiore impatto, il passaggio delle Alpi e le battaglie con l’impiego degli elefanti.
Gli affreschi del Cesi, interprete aulico e neomanierista dell’arte della Controriforma, testimoniano la sopravvivenza della sua bottega di ascendenza cinquecentesca, in dialogo più che in antitesi con la declinazione popolare e naturalistica dei Carracci che il pittore interpreta con grande inventiva, vigore, genio, in contemporanea ai dipinti di stretta osservanza controriformistica prodotti nella sua tarda attività.